Sono lì, impacchettata in un impermeabile di carta e tu mi passi davanti, il viso sereno cullato dalla coda dell’anestesia, gli occhi rivolti al soffitto che si muovono come in cerca di qualcosa. Hai un bel viso, le guance lievemente arrossate come dopo una breve corsa e quel ridicolo turbante bianco che ti avvolge la testa. A cosa pensi ? Non potresti essere mia figlia, ma io potrei essere la tua mamma. Hai 22 anni. Io sono lì, in piedi in attesa di fare il mio lavoro da poco e tu passi, nel giorno in cui hai più sperato, più pregato. Io sono lì e tu hai un tumore al cervello. Non arriverai a Pasqua. Se fosse tutto uno scherzo, se sotto tutte quelle bende ci fossero ancora i tuoi capelli. Se. Io sono lì, ed è tutto vero. La tua mamma starà con te giorno e notte. Piccola vittima di esagerata sfortuna. Primo di mille cuori infranti. Io sono lì. Riposa.