E la fine è anche un nuovo inizio.
E le difficoltà ti fortificano.
E gli errori ti insegnano.
Ed il dolore ti permette di apprezzare meglio la gioia.
E il male torna a chi lo ha fatto.
E la paura è sana.
E lo stress è fonte di creatività.
E se non è stato è perché non doveva essere.
E se sorridi alla vita, la vita ti sorride.
E la solitudine è libertà.
E la libertà è solitudine.
E seppur mi venga da pensare che ci sia un po’ di verità, sono affermazioni come queste che alla lunga, e nemmeno tanto, mi fan venire a noia le parole, questi strumenti meravigliosi. Perché non assomigliano alla vita, sono assiomi, richiedono fede, o almeno fiducia.
A me piacciono le parole vere, quelle fini a se stesse, quelle monosignificato, che sono state un pensiero prima e alle volte diventano addirittura un’azione dopo, quelle che magari non rivelano magicamente, ma spiegano, accompagnano, accarezzano. Quelle che assomigliano a mani… che sono una parte del corpo molto sincera.
I discorsi, come le ricette, dovrebbero avere pochi ingredienti…freschi.