Ho tagliato il cordone, un solo taglio, ho fatto il nodo del sarto e ho strofinato il suo corpo in acqua e sale. Eccolo finalmente. L’ ho palpato da tutte le parti fino ai piedi. L’ho annusato e per conferma gli ho dato una leccatina. “Sei proprio dattero, sei più frutto che figlio”. Ho messo l’orecchio sul suo cuore, batteva svelto, colpi di chi ha corso a perdifiato. Al poco lume della stella l’ho guardato, impastato di sangue mio e di perfezione. “Somigli a Iosef”. Così ho voluto vederlo. “Tuo padre in terra è un uomo coraggioso, tu gli assoliglierai”. Mi sono stesa sotto la coperta di pelle e l’ho attaccato al seno.
(Erri De Luca – In nome della Madre)